Didattica e lockdown: studiare durante la pandemia

Il 5 marzo 2020, a causa dei crescenti contagi di Coronavirus, è stata assunta una delle decisioni più drastiche della storia repubblicana italiana: sono state sospese le attività didattiche in tutte le scuole di ogni ordine e grado.

Docenti e studenti, da un giorno all’altro, hanno dovuto far fronte alla più grande sperimentazione di “smart education”: oltre 1,5 miliardi di studenti, il 91% delle stime totali secondo l’Unesco, sono stati coinvolti nella didattica a distanza. La capacità di adattamento e la duttilità di alunni, genitori e insegnanti hanno rappresentato un valore aggiunto per una scuola che, per decenni, era sembrata immobile e refrattaria ad ogni cambiamento.

Il mondo della scuola ha saputo reagire; La vera scommessa è stata quella di trasferirsi dal campo reale a quello digitale cercando di onorare il  diritto all’istruzione, costituzionalmente garantito e far diventare Pc, tablet, IPad strumenti di uso quotidiano per la didattica a distanza .

Come affermato da un professore in un’intervista: “non è, semplicemente, trasportare le stesse cose che faccio in presenza su altri mezzi ma è ripensare alle stesse finalità con modelli didattici e tecnologie differenti".

In molte scuole sono emerse criticità rilevanti: inadeguatezza infrastrutturale, limiti nelle competenze digitali, dotazione tecnologiche scarse e insufficienti, alunni privi di adeguate piattaforme digitali introdotte dalla scuola o assenza di adeguati dispositivi o ancora connessioni non sufficienti. Il rischio è stato quello di una nuova forma di dispersione scolastica: quella digitale.

Sono state adottate misure urgenti in tal senso, fatte scelte mediante iniziative solidali che hanno   fatto emergere la capacità gestionale, organizzativa e didattica di ciascuna Istituzione scolastica, inventato modi e forme originali di vivere il tempo della “istruzione in famiglia”.

Questa situazione emergenziale ha richiesto che l’attività degli insegnanti e di tutto il personale scolastico fosse coadiuvata dall’azione formativa, è stato necessario accompagnare i docenti con strumenti e supporti adeguati. Un’importante risposta a tale esigenza di formazione durante il  lockdown è stata assicurata dalla rete formata da molti enti di ricerca, che, con il coordinamento di  INDIRE - l’ Istituto che accompagna l’evoluzione del sistema scolastico italiano investendo in formazioneinnovazione -, hanno messo a disposizione di studenti e insegnanti le loro peculiarità e competenze. Inoltre molte piattaforme nazionali e  internazionali hanno offerto servizi di web learning riadattando la loro offerta e rendendo gratuiti corsi per i quali normalmente era previsto un costo.

Il periodo di emergenza ha imposto la ricerca di nuovi modelli didattici, l’utilizzo di nuove tecnologie nei percorsi formativi, ridefinendo il rapporto fra spazi e tempi dell’apprendimento e dell’insegnamento. Sono state raccolte nuove sfide, in una ottica di terza missione e democratizzazione della formazione.

L’apprendimento e l’innovazione vanno mano nella mano.
L’arroganza del successo è di pensare che ciò che hai fatto ieri
sarà sufficiente per domani.

William Pollard