Il Rapporto Tecnico ENEA “L’Anamorfosi tra Arte, Percezione Visiva e Prospettive Bizzarre” finalista al Premio Nazionale di divulgazione scientifica promosso dall’Associazione Italiana del Libro e dal CNR
10 dicembre 2013
Paolo Di Lazzaro e Daniele Murra, autori di ”L’Anamorfosi tra Arte, Percezione Visiva e Prospettive Bizzarre”, volume della collana Rapporti Tecnici ENEA, sono tra i finalisti del Premio Nazionale di divulgazione scientifica promosso dall’Associazione Italiana del Libro e dal CNR.
I due ricercatori ENEA indagano l’affascinante fenomeno della prospettiva anamorfica (dal greco ana-morfosis, neologismo del XVII secolo che significa “dare nuova forma ad una figura”), ovvero la combinazione di geometria e psicologia della percezione utilizzata da alcuni artisti, a partire dal Rinascimento, nella creazione delle loro opere per nascondere il significato di una scritta o il soggetto di un disegno.
Più precisamente l’anamorfismo è un procedimento matematico che deforma una figura in modo da renderla riconoscibile solo da una posizione privilegiata: la figura appare distorta ad un osservatore posto davanti ad essa, ma si ricompone in un soggetto perfettamente proporzionato e riconoscibile se osservata da un particolare punto di vista “prospettico”.
Fra le anamorfosi più famose vi è il grande affresco dipinto intorno al 1646 da Emmanuel Maignan lungo un corridoio del Convento della Chiesa di Trinità dei Monti. Camminando lungo il corridoio, si riconosce la raffigurazione di un semplice panorama costiero, ma al termine del corridoio si svela una mirabile sorpresa: dal punto prospettico a una decina di metri dall’affresco il panorama costiero si trasforma nella figura di S. Francesco da Paola, inginocchiato in preghiera.
Il testo propone un breve viaggio, ai confini fra arte e scienza, fra le “prospettive bizzarre” dell’anamorfosi, a partire dal periodo storico in cui gli studi prospettici hanno influenzato i maggiori artisti del Rinascimento e del Barocco. La genesi dell’anamorfismo viene illustrata sia dal punto di vista storico che da quello della prospettiva geometrica: i primi disegni anamorfici risalgono al XVI secolo, mentre il procedimento per disegnare un’anamorfosi prospettica fu schematizzato nel secolo successivo.
Questo excursus arriva fino al giorno d’oggi, dove le tecniche anamorfiche vengono utilizzate negli studi di psicologia della percezione e da quegli artisti della “street art” che con le loro opere vogliono provocare illusione e sorpresa nello spettatore.
Infine, la matematica che si cela dietro i disegni anamorfici permette di progettare in modo ottimale i sistemi di osservazione da un punto prospettico marginale rispetto alla scena di interesse.
Così ad esempio nell’ambito del Progetto Europeo nel settore della “security” FORLAB (Forensic Laboratory for in - situ evidence analysis in a post blast), a cui partecipa l’ENEA, sono stati usati procedimenti anamorfici per progettare i sistemi ottici di irraggiamento laser e di ricezione della fluorescenza per il riconoscimento di materiali pericolosi in uno scenario post attentato.
Rapporto tecnico ENEA "L'anamorfosi tra arte, percezione visiva e prospettive bizzarre"