Ridurre le emissioni in modo efficace ed economico è possibile con la nuova “roadmap” sulle tecnologie CCS
22 settembre 2011
E’ stata presentata dall’IEA (Agenzia Internazionale dell’Energia) la nuova “roadmap” dedicata alle tecnologie CCS (Carbon Capture & Storage) per le applicazioni industriali. II rapporto, pubblicato ieri, che illustra la roadmap, è stato preparato con il contributo dell’UNIDO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo) ed illustra la strategia di applicazione delle tecnologie CCS da attuare in campo industriale, per ridurre le emissioni di anidride carbonica, anche nella prospettiva di lungo periodo (al 2050), evidenziandone le potenzialità, l’efficacia e la convenienza economica.
Le tecnologie CCS permettono di catturare l’anidride carbonica prodotta dalla combustione di combustibili fossili in vari processi industriali, e di confinarla nel sottosuolo in formazioni geologiche profonde, riducendo le emissioni e contribuendo alla mitigazione dei cambiamenti climatici. Sono tecnologie chiave per uno sviluppo industriale pulito e a basse emissioni di carbonio nei prossimi decenni, nei quali i combustibili fossili rimarranno comunque una fonte importante in tutti i Paesi del mondo (sviluppati e in via di sviluppo), anche se la dipendenza dai combustibili fossili tenderà gradualmente a diminuire.
Finora l’attenzione sull’applicazione delle tecnologie CCS era focalizzata nella produzione di energia termoelettrica, ma poco nel settore industriale, che è, tuttavia, responsabile di un quarto delle emissioni mondiali di anidride carbonica. Il rapporto IEA prende in considerazione cinque settori industriali maggiormente inquinanti: la produzione di CO2 altamente purificata, la conversione delle biomasse e la bioenergia, la produzione di cemento, l’industria siderurgica e le raffinerie.
La roadmap proposta, non solo permette di tagliare una buona fetta delle emissioni in tempi brevi, ossia in poche decine di anni, ma è anche economicamente conveniente, perché consente di non penalizzare la competitività delle imprese. Infatti, i costi di investimento, calcolati nella situazione attuale (senza tener conto cioè dei possibili sviluppi tecnologici futuri di queste tecnologie) sono valutati a circa 900 miliardi di dollari su 1800 impianti industriali di vario tipo considerati nel rapporto. Tali costi ammontano a solo il 2% dei costi che sarebbero necessari per dimezzare entro il 2050 le emissioni di anidride carbonica derivanti dall’uso di combustibili fossili nel settore dell’energia.
Stefano Giammartini, l’esperto ENEA in tecnologie di CCS, ha rilevato due importanti aspetti nella roadmap IEA. Innanzitutto, ha detto: “Questa roadmap fornisce il punto di riferimento per uno sviluppo industriale a basse emissioni di anidride carbonica che integra in modo coerente gli sforzi di riduzione delle emissioni, sia dei Paesi industrializzati, sia di quelli in via di sviluppo”.
Poi, Giammartini ha aggiunto: “In secondo luogo fornisce una prospettiva di lungo periodo che può essere di ausilio, non solo per i decisori politici, ma anche alla ricerca scientifica, come quella che l'ENEA sta portando avanti ormai da molti anni, per programmare le azioni future di sviluppo tecnologico e di innovazione delle tecnologie CCS da trasferire al settore industriale”.