Miti energetici da sfatare
17 giugno 2011
L’IEA, l’Agenzia Internazionale dell’Energia, ha pubblicato una nota per smentire alcuni luoghi comuni che nell’opinione pubblica comune a livello internazionale. Si tratta in particolare di cinque luoghi comuni.
- Non è vero che è possibile diminuire la dipendenza dai combustibili fossili per autotrazione utilizzando veicoli elettrici o ibridi. Anche con la massima espansione di veicoli elettrici che, negli scenari migliori prevedibili al 2020, potrebbero raggiungere i 20 milioni di veicoli, la riduzione della dipendenza dai combustibili fossili nell’autotrazione sarebbe al massimo del 2%. Al 2020 gli stessi scenari prevedono, infatti, oltre un miliardo di autoveicoli nel mondo.
- Non è vero che con le promesse fatte, in materia di riduzione delle emissioni di gas serra, nelle diverse sedi negoziali multilaterali dai Paesi delle Nazioni Unite dai diversi Paesi mondiali, si riesce a contenere il surriscaldamento del pianeta al di sotto dei 2 °C. Ammesso che le promesse diventino impegni legalmente vincolanti e siano realmente attuati, il riscaldamento climatico sarebbe solo rallentato ma continuerebbe andando ben oltre i 2 °C molto prima del 2100.
- Non è vero che il carbone sarà una fonte energetica sempre meno utilizzata in futuro. L’uso del carbone è stato, finora, sempre crescente a livello globale. Dati i minori costi del carbone e la sua maggiore disponibilità rispetto ad altri combustibili fossili, sarà molto improbabile, a meno di eventi ora imprevedibili, che il suo uso possa diminuire in futuro rispetto agli attuali livelli. Il 47% della nuova domanda di elettricità del prossimo futuro deriverà da centrali termoelettriche alimentate a carbone che si aggiungono a quelle attualmente esistenti.
- Non è vero che le compagnie petrolifere cinesi, la cui presenza aumenta sempre più sui mercati internazionali, agiscono secondo direttive, indicazioni o in stretto coordinamento con il governo cinese. Queste compagnie, come le altre, agiscono secondo i propri interessi industriali ed economici sui mercati internazionali.
- Non è vero che le difficoltà, sorte per gli approvvigionamenti di litio, essendo il litio una delle materie prime critiche (la cui produzione è concentrata per la maggior parte in sud Africa), impediranno la produzione su vasta scala delle batterie necessarie per la commercializzazione dei veicoli elettrici. Le scorte di litio già disponibili nel mondo non porranno problemi fino al 2020. Anche ammesso che il litio sarà di difficile approvvigionamento d’ora in poi, è molto probabile che le nuove batterie, già in fase di sviluppo con nuove tecnologie e nuovi materiali, non avranno più bisogno di litio.
Per informazioni e contatti: infoEAI@enea.it